Archivio storico

DOCUMENTI

Alessandro Olschki
L'ARCHIVIO STORICO DELLA CASA EDITRICE
Alcune considerazioni
28 ottobre 2009

L’inizio dell’attività di Leo Samuele Olschki avviene a Verona, nel 1886, quando fonda, il 1° marzo, la Libreria Antiquaria Editrice con il proprio nome. I vasti rapporti internazionali che hanno contrassegnato il suo impegno fino dai primordi lo inducono a lasciare Verona, nel 1890, per trasferirsi a Venezia divenuta un centro culturale di livello mondiale. Sempre in questa ottica si trasferisce, nel 1897, a Firenze che rimarrà la sede centrale definitiva. De sei figli di Leo, Aldo e Cesare seguono l’attività paterna mentre gli altri, condizionati da eventi anche politici, trovano dimora all’estero. Questa annotazione assume un significato ‘archivistico’ in quanto si generano corrispondenze famigliari che lasciano una traccia nel divenire dell’archivio storico. Guerre, traslochi e l’alluvione hanno severamente e negativamente influito sulla consistenza di questo nostro prezioso patrimonio storico e, nel 1986 in occasione del centenario dell’attività, è stato possibile pubblicare i due tomi che lo celebrano basandoci anche sulla documentazione messa a nostra disposizione da varie biblioteche corrispondenti nel corso di un secolo a livello internazionale. Nasce, all’interno dell’azienda, una ‘mentalità archivistica’ che non solo si esplica nel decodificare l’archivio corrente per il trasferimento in quello storico ma si impegna anche nel coinvolgente percorso dell’informatizzazione che costituisce l’unica strada percorribile per rendere fruibile, con vaste chiavi di ricerca, un ammasso di carte. Si tratta probabilmente dell’unico caso nel contesto degli archivi editoriali che – fra tutti gli archivi d’impresa – costituiscono la più importante fonte per la storia della cultura. L’argomento è stato opportunamente messo in luce nella commissione ministeriale che per gli archivi editoriali fu costituita nel Duemila (anche con la diretta partecipazione della nostra impresa) che ha avuto, per altro, ben scarso esito. Si tratta di un impegno ‘sine die’ – in quanto ogni anno l’archivio corrente si sublima in quello storico – che continuiamo con determinazione essenzialmente per la validità culturale del nostro assunto considerando, di volta in volta, il ‘massimario di scarto’ inteso a privilegiare quanto meriti di essere conservato a futura memoria.

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