Inquisizione spagnola e riformismo borbonico fra Sette e Ottocento
Il dibattito europeo sulla soppressione del «terrible monstre»
2009, cm 14,5 x 21,5, xxii-372 pp.
ISBN: 9788822258083
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Nel secolo dei Lumi, l’Inquisizione di rito spagnolo apparve sempre più incompatibile con il diritto naturale, con il contratto sociale, con la dottrina evangelica. Gli intellettuali europei – gallicani, giansenisti, riformatori, illuministi, massoni e liberali – ritennero di dovere agire contro il fanatismo religioso generato dall’ignoranza, dalla superstizione, dal sonno della ragione e di dovere abbattere in Sicilia e Spagna il «santo tribunale», assimilato a una tigre feroce o alla mostruosa idra dalle sette teste.
Vittorio Sciuti Russi
Vittorio Sciuti Russi è professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania. Ha dedicato i suoi studi agli apparati di governo, ai Parlamenti, alle élites del regno di Sicilia in età moderna. Le sue recenti ricerche riguardano il tribunale dell’Inquisizione spagnola. È autore di numerose monografie, tra le quali Astrea in Sicilia. Il ministero togato nella società siciliana dei secoli XVI e XVII (Napoli, Jovene, 1983) e Gli uomini di «tenace concetto». Leonardo Sciascia e l’Inquisizione spagnola in Sicilia (Milano, La Vita Felice,1996).