La presenza di Dionigi Areopagita nel «Paradiso» di Dante
2006, cm 17 x 24, xxiv-148 pp.
ISBN: 9788822255747
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Dante si avvalse dell’astrologia e dell’angelologia per determinare la tipologia dei beati e fu in questo aiutato dal commentario di Albero Magno al «De Caelesti Hierarchia»: prova che Dante conosceva tale opera è la prerogativa attribuita agli angeli chiamati Troni. Dalla tradizione dionisiana-eriugeniana derivò poi la triplice struttura dell’universo, che comporta un’ascesa in ciascuna parte del cosmo. Altro debito dionisiano è l’uso della metafora dello specchio.
Diego Sbacchi
Laureato in Lettere Classiche presso l’Università di Macerata con una tesi in Filologia e Storia bizantina, ha conseguito il Dottorato (Ph.D.) alla University of Toronto presso il Department of Italian Studies specializzandosi in Dante. Negli anni del Dottorato ha collaborato con la BIGLLI e con la rivista del Dipartimento “Quaderni di Italianistica”; del medesimo Dipartimento è membro della “Committee for Research Projects in 16th-17th Centuries Italian Literature”. È autore di diversi articoli e del volume “La presenza di Dionigi Areopagita nel Paradiso di Dante”, Firenze, Olschki, 2006. Attualmente è professore di Lettere nei Licei.