Statuti di Castel del Piano sul Monte Amiata (1571)

A cura di I. Imberciadori

1980, cm 16 x 24, 448 pp.

ISBN: 9788822229427

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Gli Statuti cinquecenteschi di Castel del Piano, paese dell'Amiata, tutta sottoposta allora alla sovranità di Siena, si distinguono per la personale e caratteristica partecipazione del popolo alla sua redazione. La struttura formale è quella che potere sovrano e consuetudine hanno stabilito, ma l'anima dello statuto, nelle cose e nelle persone, è tutta propria del paese interessato. Così, singolare luce, intellettuale e morale, si sente e si vede vibrare nell'anima statutaria di questo paese che, pur lontano dal mare e dalla città, senza "ruota", senza "strada", vive in solitudine, in povertà ma in paziente lavoro continuo, teso verso una sua "libertà" economica e spirituale.
Le direttive storiche seguite nel '500 da questo paese, secondo gli Statuti, sono queste: 1 Assicurare a ogni famiglia una possibile piccola proprietà o, almeno, un sicuro possesso di beni comunitari come garanzia di sussistenza. 2 Provocare una periodica libertà commerciale che, facendo circolare denaro, contemperi la rigidità di una formale economia autarchica. 3 Credere che una amministrazione comunale non debba pensare solo a risolvere i problemi del giorno ma anche a agevolare la razionale soluzione di ogni problema futuro.
Per questa saggezza amministrativa - e per altri motivi - gli Statuti di Castel del Piano costituiscono un esempio singolare di documento, valido per la storia della società rurale.

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