Francesco Barbaro

De re uxoria

A cura di Claudio Griggio e Chiara Kravina

2021, cm 17 x 24, xiv-426 pp. con 7 tavv. f.t. a col.

ISBN: 9788822267283

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Il De re uxoria fu donato nel 1416 a Lorenzo de’ Medici il Vecchio per le nozze fiorentine con Ginevra Cavalcanti. Il trattato può essere assunto a simbolo precoce dei rapporti politici e culturali tra Firenze e Venezia in età umanistica. Divenuto una sorta di best seller, si diffuse in tutta Europa, reinterpretato fino ai nostri giorni alla luce dei diversi ambiti storici e letterari. L’opera svolge un ruolo importante nel recupero massiccio degli auctores, greci in particolare, operato dal Barbaro in coerenza con il nuovo programma di studi umanistici avviato in area veneta da Guarino Veronese. Lo scritto armonizza sapientemente l’aneddotica classica con la contemporaneità veneziana, risultando gradevole anche per un lettore ‘curioso’ dei nostri giorni.

Francesco Barbaro
Francesco Barbaro (1390-1454) fu tra i maggiori esponenti della civiltà letteraria veneziana e anche europea. A un’intensa attività diplomatica al servizio della Serenissima seppe sapientemente affiancare l’impegno letterario. Oltre al De re uxoria, a sua firma restano una traduzione latina delle Vitae plutarchee di Aristide e di Catone il Vecchio, nonché un ricco Epistolario che è testimonianza dei legami di amicizia e di collaborazione intellettuale coltivati con i protagonisti delle sedi in cui ricoprì importanti incarichi politici e con i rappresentanti della nuova res publica litteraria, tra i quali Guarino Veronese, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini e Ambrogio Traversari. Svolse un ruolo centrale nel ritorno della lingua e letteratura greca in Italia.

Claudio Griggio
Claudio Griggio è stato docente di Letteratura Italiana all’Università degli Studi di Udine, dopo aver insegnato Letteratura del Rinascimento all’Università degli Studi di Trieste e Filologia umanistica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La sua attività scientifica si è rivolta prevalentemente al Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio) e all’Umanesimo (oltre al Barbaro, Guarino, Bruni, Traversari, Poliziano e Navagero), con qualche incursione anche nel Settecento, veneto e veneziano, e nel Novecento (Zanzotto). Ha fatto parte della direzione del Dizionario biografico dei Friulani. Nuovo Liruti; condirige "Archivum mentis" e la "Rivista di letteratura religiosa italiana"; è membro della Redazione di "Lettere Italiane" ed è Socio dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e dell’Accademia di Udine. Opera tuttora come consulente scientifico della Schola Humanistica di Padova.

Chiara Kravina
Chiara Kravina ha conseguito il Dottorato in Discipline filologiche e linguistiche moderne presso la Scuola Normale Superiore con una tesi sul De re uxoria, indagandone la fortuna e la tradizione manoscritta e a stampa. Oltre a dedicarsi al censimento dell’Epistolario della letterata friulana Caterina Percoto, nel corso delle sue ricerche si è occupata prevalentemente di letteratura dell’età umanistico-rinascimentale. È autrice di numerosi contributi relativi al Barbaro e all’Umanesimo veneziano, alla tradizione manoscritta della Commedia, all’Epistolario di Guarino Veronese, alla ricezione dell’Ariosto tra Cinque e Seicento, nonché a carteggi otto-novecenteschi su Dante e Petrarca. Attualmente sta lavorando al Catalogo dei manoscritti del De re uxoria.

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